{"id":82906,"date":"2019-02-03T06:44:10","date_gmt":"2019-02-03T05:44:10","guid":{"rendered":"https:\/\/www.paleopatologia.it\/francesco-e-bianca-non-fu-arsenico-ecco-le-prove\/"},"modified":"2019-02-03T06:44:10","modified_gmt":"2019-02-03T05:44:10","slug":"francesco-e-bianca-non-fu-arsenico-ecco-le-prove","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.paleopatologia.it\/francesco-e-bianca-non-fu-arsenico-ecco-le-prove\/","title":{"rendered":"Francesco e Bianca: non fu arsenico: ecco le prove"},"content":{"rendered":"<style type=\"text\/css\">\n<!--\n.Stile1 {font-size: x-small}\n.Stile2 {\n\tcolor: #FFFFFF;\n\tfont-weight: bold;\n}\n-->\n<\/style>\n<table width=\"100%\" border=\"0\" cellspacing=\"0\" cellpadding=\"0\">\n<tr>\n<td valign=\"top\" style=\"border-right:1px solid #CCCCCC; padding-right:5px\">\n<p align=\"center\">di Gino Fornaciari e Raffaella Bianucci <\/p>\n<p align=\"center\"><em><strong>Straordinari risultati di una ricerca sui resti del granduca  di Toscana: la presenza di Plasmodium falciparum (l&rsquo;agente della malaria  perniciosa) conferma le fonti secondo cui Francesco de&#8217; Medici mor&igrave; di febbre  malarica e manda in soffitta la lunga storia dell&#8217;avvelenamento<\/strong><\/em><\/p>\n<p align=\"justify\">L&rsquo;ipotesi  dell&#8217;avvelenamento da arsenico di Francesco I de&rsquo; Medici (Firenze 1541 &#8211; Poggio  a Caiano 1587) e della moglie Bianca Cappello da parte del fratello Ferdinando,  cardinale e suo successore al Granducato di Toscana, &egrave; stata riproposta tempo  fa in un articolo scientifico (Mari F. e coll., <em>The mysterious death of Francesco <\/em><em>I de&rsquo; Medici and Bianca Cappello: an arsenic murder? <\/em>&laquo;British  Medicai Journal, 2006, n. 333), ripreso trionfalmente dai media, e  successivamente in ben due vo&shy;lumi a carattere divulgativo (Ma&shy;ri E, Bertol E.,  Polettini A., <em>La mor&shy;te di Francesco <\/em><em>I  de&#8217; Medici e della sua sposa Bianca  Cappello, <\/em>Le lette&shy;re, Firenze 2007; Ferri M., Lippi D., I <em>Medici.  La dinastia dei misteri, <\/em>Giunti, Firenze 2007). Del pro&shy;blema si occup&ograve;  anche <em>Archeologia Viva <\/em>con un&#8217;ampia inchiesta (Be&shy;cattini M., <em>Francesco  e Bianca: arse&shy;nico e vecchi merletti, AV n.123). <\/em>In sintesi, i tossicologi  Francesco Ma&shy;ri, Elisabetta Berto!, 1}ldo Poletti&shy;ni e la storica della  medicina Do&shy;natella Lippi hanno sostenuto di avere le prove dell&#8217;  avvelenamento. L&#8217;ipotesi era basata su analisi con&shy;dotte su alcune formazioni  pilife&shy;re ritrovate sull&#8217; osso mascellare di Francesco I (i cui resti sono  stati riesumati nel 2004 da Gino For&shy;naciari nell&#8217;ambito del &quot;Progetto  Medici&quot;) e su due campioni bio&shy;logici rinvenuti all&#8217;interno di un sacello  pavimentale della chiesa di S. Maria a Buonistallo, parroc&shy;chiale della villa  medicea di Pog&shy;gio a Caiano (Po), dove &#8211; secon&shy;do un documento di archivio &#8211; fu&shy;rono  portati dopo l&#8217;autopsia i va&shy;si con le viscere di Francesco I e Bianca Cappello  (ricordiamo qui che il corpo di Francesco fu se&shy;polto nella basilica di San  Loren&shy;zo a Firenze, mentre il cadavere di Bianca non &egrave; mai stato ritrovato). I  reperti biologici di Buonistallo, interpretati come frammenti di fegato umano  appartenenti a in&shy;dividui di sesso opposto, sono stati attribuiti ai due  coniugi an&shy;che grazie alla presenza, nella crip&shy;ta, di frammenti ceramici e di  due crocifissi bronzei ritenuti tardo&shy;cinquecenteschi (ma risultati poi del  Settecento e dell&#8217;Ottocento).<\/p>\n<table width=\"550\" border=\"0\" align=\"center\" cellpadding=\"0\" cellspacing=\"0\">\n<tr>\n<td width=\"455\" align=\"center\"><img decoding=\"async\" src=\"https:\/\/www.paleopatologia.it\/immagini\/Medici\/francesco_I3.jpg\" width=\"450\" height=\"185\"><\/td>\n<\/tr>\n<tr>\n<td width=\"455\" align=\"center\" valign=\"top\" bgcolor=\"#CCCCCC\" style=\"border-top:1px solid #999999\">\n<p align=\"left\" class=\"Stile1\"><strong>PROGETIO MEDICI<\/strong> I resti del granduca di Toscana Francesco I come  sono apparsi nel 2004 alla riapertura della cassetta di zinco recuperata dalla  cripta della cappella dei Prindpl In S. Lorenzo a Firenze nell&#8217;ambito del <a href=\"https:\/\/www.paleopatologia.it\/Ricerca\/medici.php\" target=\"_blank\" rel=\"noopener noreferrer\"><strong>&ldquo;Progetto  Medici&rdquo;<\/strong><\/a>. Le ossa dello scheletro, completamente scamificate, vi erano state  deposte nel 1955 dagli antropologi Gaetano Pleraccini e Giuseppe Genna al  termine della riesumazione da loro effettuata.<\/p>\n<\/td>\n<\/tr>\n<tr>\n<td style=\"border-top:1px solid #999999\" width=\"300\" align=\"center\" valign=\"bottom\"><img decoding=\"async\" src=\"https:\/\/www.paleopatologia.it\/immagini\/Medici\/firenze.jpg\" width=\"292\" height=\"162\"><\/td>\n<\/tr>\n<tr>\n<td align=\"left\" valign=\"top\" bgcolor=\"#CCCCCC\"><span class=\"Stile1\"><strong>POGGIO A CAlANO<\/strong>. La  villa medicea di Poggio a Calano rappresentata in tutto il suo splendore rinascimentale  in una lunetta dipinta da Justus Utens (1599). Francesco I fu colto da febbre  malarica dopo una battuta di caccia nel circondario della sua fastosa residenza  dove erano presenti risale e cquitrini. <em>(Firenze,  Museo Firenze com&rsquo;era)<\/em><\/span><\/td>\n<\/tr>\n<\/table>\n<p align=\"justify\"><strong>Azzardata dimostrazione di un delitto.<\/strong><br \/>\n  Una prima conside&shy;razione a  proposito di questi fortunosi ritrovamenti nella chiesa di S. Maria a  Buonistallo &egrave; che la cripta, dove nei secoli sono stati collocati centinaia di  corpi, non &egrave; stata scavata con tecniche ar&shy;cheologiche; inoltre &#8211; come di&shy;chiarano  gli Autori dello studio &shy;il recupero dei frammenti di vasi e del materiale  organico fu effet&shy;tuato direttamente dai muratori&#8230; Ciononostante, gli stessi  Autori hanno sostenuto che l&rsquo;ipotesi dell&rsquo;avvelenamento poteva essere non solo  plausibile, ma anche dimo&shy;strabile. L&#8217;analisi chimica ha in&shy;fatti rivelato la  presenza, in que&shy;sti resti, di arsenico in dosi tossi&shy;che; al tempo stesso i  ricercatori fiorentini affermano &#8211; senza pe&shy;raltro rendere nota n&eacute; la metodologia  n&eacute; i dati molecolari ottenu&shy;ti &#8211; che il DNA di uno dei due campioni organici  sarebbe compatibile con quello delle formazioni pilifere ritrovate in corrispondenza  del mascellare di Francesco I, nella cassetta di zinco dove le ossa del  granduca erano state rideposte nel 1955 al termine dello studio antropologico  effettuato da Gaetano Pieraccini e Giuseppe Genna. &Egrave; un dato di fatto per&ograve; che  nella cassetta di zinco di Francesco I, riaperta nel 2004, non c&#8217;era traccia di  materiali organici, n&eacute; di cute n&eacute; di barba, ma solo resti dei tessili che  avvolgevano le ossa, peraltro accuratamente ripulite dagli antropologi degli  anni Cinquanta per effettuare lo studio antropologico e per ricavare un calco  in gesso del cranio del granduca. Quindi appare assai plausibile che il DNA  ritrovato &#8211; e confrontato con quello dei resti organici della chiesa di  Buonistallo non sia il DNA originale di Francesco l, ma sia dovuto &#8211; come succede  spesso in laboratori non dedicati allo studio del DNA antico &#8211; a inquinamento  da DNA moderno. Quanto alla presenza di arsenico, era consuetudine dopo  l&#8217;autopsia trattare i visceri asportati con composti arsenicali, per favorirne la conservazione. In  conclusione, gi&agrave; al momento della pubblicazione del lavoro sull&#8217;avvelenamento  di Francesco I e Bianca Cappello permanevano forti dubbi sull&rsquo;attendibilit&agrave; dei  risultati (Fornaciari G., <em>The mystery of  beard hairs, British Medical Journal<\/em>, 2006, n. 333).<\/p>\n<p align=\"justify\"><strong>L&rsquo;agonia dei granduchi.<\/strong><br \/>\n        La documentazione  lasciataci dai medici di corte Pietro Cappelli, Giulio Cini e Baccio Baldini  (gli archiatri che assistettero Francesco I) riporta il decorso della malattia.  Nei giorni 6, 7 e 8 ottobre 1587 il granduca si strapazz&ograve; moltissimo andando a  caccia nella tenuta circostante la sua villa di Poggio a Caiano, un&rsquo;area  agricola coltivata a risaia, ambiente malarico per eccellenza. La sera dell&rsquo;8  Francesco si sent&igrave; male: febbre violenta accompagnata da vomito incoercibile,  seguiti da insonnia e irrequietezza. La febbre persistette tutto il giorno 9  innalzandosi verso sera. Il 10 i medici diagnosticano una febbre malarica  terzana, pertanto Francesco viene sottoposto a un primo salasso. Nella notte tra  il 10 e l&rsquo;11 il granduca si sent&igrave; meglio e riprese le sue attivit&agrave;. Il 12, 13 e  14 ottobre Francesco fu nuovamente in preda a violenti brividi causati da  febbre elevata, cui si accompagn&ograve; un&#8217;intensa sudorazione per tutta la notte. Le sue condizioni  migliorarono leggermente il giorno dopo. Il 16 e 17 ottobre il granduca si  aggrav&ograve;: ancora febbre alta, sudorazione profusa, vomito incoercibile,  secchezza delle fauci, stitichezza e irrequietezza crescente. Miglioramento il  18 e gli vengono praticati due salassi. La mattina del 19 ottobre Francesco I  si confess&ograve; e dett&ograve; le ultime volont&agrave;; nel pomeriggio la febbre s&#8217;innalz&ograve; di  nuovo, accompagnata da grande irrequietezza, cui seguirono una forte astenia e  la perdita di coscienza due ore prima della morte. Correva l&#8217;anno 1587 e Francesco  aveva 46 anni. Quasi in contemporanea si era ammalata anche Bianca Cappello e i  medici di corte, seppur in modo meno dettagliato, ne descrivono la malattia  come molto simile a quella del coniuge: la stessa notte del 9 ottobre la  granduchessa si sent&igrave; male, colta da un violentissimo attacco di febbre, e da  allora fu febbrile con una sintomatologia uguale a quella del marito. Mor&igrave; il  20 ottobre 1587 a  39 anni.<\/p>\n<table border=\"0\" align=\"center\" cellpadding=\"0\" cellspacing=\"0\">\n<tr>\n<td width=\"455\" align=\"center\"><img decoding=\"async\" src=\"https:\/\/www.paleopatologia.it\/immagini\/Medici\/provette.jpg\" width=\"550\" height=\"275\"><\/td>\n<\/tr>\n<tr>\n<td width=\"455\" align=\"center\" valign=\"top\" bgcolor=\"#CCCCCC\" style=\"border-top:1px solid #999999\">\n<p class=\"Stile1\"><strong>LA PROVA<\/strong> Riconoscimento Immunologico della malaria da <em>Plasmodium falciparium <\/em>nel  tessuto osseo di Franceso I de&#8217; Medici. Da sinistra verso destra si osservano:  la posltivit&agrave; (rappresentata dalla barra orizzontale Inferiore) alla proteina di  tipo 2 ricca di istidlna di <em>P. falciparium <\/em>In un campione di sangue di  malarico contemporaneo, la netta posltivit&agrave; di Francesco I [MED11] e la  negativit&agrave; della sua prima moglie Giovanna d&#8217;Austria [MED8] nonch&eacute; quella di un  controllo negativo di epoca medievale (Brian&ccedil;on, Francia). Gli esami sono stati  effettuati presso il Laboratorio di Parassitologia e Malattie parassiarie,  Facolt&agrave; di Medicina veterinaria, Universit&agrave; di Torino.<\/p>\n<\/td>\n<\/tr>\n<\/table>\n<p>&nbsp;<\/p>\n<p align=\"justify\"><strong>Malaria o avvelenamento? Attenti ai sintomi.<\/strong><br \/>\n        I tossicologi fiorentini hanno sostenuto che la sintomatologia  manifestata da Francesco I (vomito incoercibile, secchezza delle fauci, dolori  e bruciori di stomaco, continua irrequietezza, ingrossamento del fegato,  lesioni polmonari ed edema diffuso) &egrave; tipica dell&#8217; avvelenamento da arsenico e  ben diversa da quella dell&#8217;infezione malarica. A questo proposito &egrave; opportuno sottolineare  che, nelle popolazioni dei paesi dove la malaria persiste in forma endemica, l&rsquo;insieme  dei sintomi riferiti per la malattia di Francesco I &egrave; invece tipico della  febbre malarica da <em>Plasmodium falciparum. <\/em>Infatti, uno degli apparati  maggiormente colpiti durante l&#8217;attacco malarico acuto &egrave; proprio quello  gastro-intestinale. Il vomito incoercibile, sempre accompagnato da stato  febbrile, &egrave; il sintomo principale, solitamente con una frequenza elevata all&#8217;insorgere  della malattia. La conseguente perdita di liquidi e di elettroliti causa una disidratazione  accompagnata da secchezza delle fauci e conduce, infine, al collasso  cardio-circolatorio. La malaria acuta, accompagnata o meno dalla sintomatologia  gastro-enterica, include anche edema polmonare nonch&eacute; disturbi di tipo neurologico  quali agitazione, turbe del comportamento e perdita di coscienza. Ebbene,  l&#8217;ingestione orale di triossido di arsenico in elevate concentrazioni &egrave;  certamente associata a sintomi gastro-intestinali (dolori gastritici acuti,  salivazione abbondante, vomito, secchezza delle fauci, sete, difficolt&agrave; di  parola, diarrea, tenesmo) e neurologici (convulsioni, turbe del comportamento,  coma), ma attenzione: non &egrave; mai accompagnata da febbre. A parte il vomito  incoercibile e la sete inestinguibile, Francesco I nella sua agonia durata  undici giorni non manifest&ograve; nessun altro sintomo riconducibile ad avvelenamento  acuto da arsenico.<\/p>\n<p align=\"justify\"><strong>Referti  medici e voci di popolo.<\/strong><br \/>\n        Su richiesta del cardinale Ferdinando, i corpi di  Francesco e Bianca furono sottoposti a esame autoptico e i medici confermarono  che una forma perniciosa di malaria (terzana maligna) era stata la causa  dell&#8217;improvviso e simultaneo decesso della coppia granducale. Tuttavia, subito  dopo la morte dei due, cominciarono a diffondersi voci insistenti secondo cui  Ferdinando avrebbe assassinato fratello e cognata con l&#8217;arsenico. Ma non  mancarono altre versioni dell&#8217;accaduto. Addirittura si disse che Bianca avrebbe  preparato una torta avvelenata da offrire al cognato Ferdinando: per sbaglio ne  assaggi&ograve; anche Francesco e la donna, disperata, ne mangi&ograve; lei stessa per non  sopravvivere al suo amato.<\/p>\n<p align=\"justify\"><strong>Fu il <em>Plasmodium falcipamm<\/em> il &ldquo;killer&rdquo; del  granduca.<\/strong><br \/>\n        Recentemente, nel Laboratorio di Parassitologia della  Facolt&agrave; di Medicina veterinaria dell&#8217;Universit&agrave; di Torino, estratti di campioni  di osso spugnoso di Francesco I sono stati sottoposti ad analisi, per verificare  la presenza di due proteine tipiche del <em>Plasmodium  falciparum<\/em>, la proteina di tipo 2 ricca in istidina (P.f. HRP-2) e la  lattato deidrogenasi (pLDH), usando due metodi qualitativi di determinazione  tramite anticorpi a elevata sensibilit&agrave;: il Malaria Antigen <em>RAPYDTEST&reg;<\/em> e il MalariaDetect&trade; <em>RAPYDTEST&reg;<\/em> (DiaSys, Connecticut, USA).  Quest&#8217;ultimo test viene utilizzato per la diagnosi differenziale fra il <em>P. falciparum<\/em> e le altre tre specie di <em>Plasmodium<\/em> (<em>P. vivax<\/em>, <em>P. ovale<\/em> e <em>P. malariae<\/em>). I risultati hanno accertato  la presenza della proteina di tipo 2 ricca in istidina di <em>Plasmodium falciparum<\/em> e della lattato deidrogenasi di <em>P. falciparum<\/em> non solo nel tessuto osseo  spugnoso di Francesco I de&rsquo; Medici [MED11], ma anche in quello di altri tre  membri della famiglia Medici, cio&egrave; il cardinale Giovanni [MED3], don Garzia  [MED4] e la loro madre Eleonora di Toledo [MED5], deceduti per &ldquo;febbre terzana&rdquo;  nel 1562 dopo un viaggio nella Maremma grossetana (Bianucci R. e coll., <em>Immunological Identification of Plasmodium  falciparum and Leishmania infantum in the skeletal remains of the Medici family<\/em>,  in Atti del XVIII congresso dell&#8217;Associazione Antropologica Italiana, Firenze,  1-4 ottobre 2009). Il Detect&trade; <em>RAPYDTEST&reg; <\/em>non  ha evidenziato la presenza d&rsquo;infezioni non-<em>falciparum<\/em> o miste. Invece i campioni ossei di Cosimo I [MED6], deceduto per polmonite, e  di Giovanna d&#8217;Austria [MED8], mona di parto, utilizzati come controllo interno,  e due campioni esterni di controllo, di epoca medievale, provenienti da aree  non malariche della Francia e della Germania, sono risultati negativi per  l&#8217;infezione malarica.<\/p>\n<p align=\"justify\"><strong>Quattro  secoli di falsit&agrave;.<\/strong><br \/>\n    La teoria dell&#8217;avvelenamento da arsenico di Francesco  I e Bianca Cappello ha suscitato un dibattito che dura da oltre quattro secoli.  Due anni orsono, come abbiamo visto, lo studio effettuato dal professor  Francesco Mari e colleghi aveva rilanciato !&#8217;ipotesi. I risultati della ricerca  attuale, fornendo la prova sicura della presenza di proteine di <em>Plasmodium falciparum<\/em> nei resti  scheletrici di Francesco I, confermano invece le fonti storiche, secondo le  quali il granduca mor&igrave; di malaria acuta. Ora la teoria dell&#8217;avvelenamento dovr&agrave;  essere ricollocata fra le tante leggende che hanno circondato la dinastia  granducale dei Medici, mentre il cardinale Ferdinando viene assolto da  un&#8217;accusa infamante.<\/p>\n<\/td>\n<td width=\"150\" align=\"center\" valign=\"top\">\n<table width=\"150\" border=\"0\" cellspacing=\"0\" cellpadding=\"2\">\n<tr>\n<td align=\"center\"><img decoding=\"async\" src=\"https:\/\/www.paleopatologia.it\/immagini\/Medici\/francesco_I.jpg\" width=\"148\" height=\"142\"><\/td>\n<\/tr>\n<tr>\n<td align=\"right\" bgcolor=\"#CCCCCC\" style=\"border-bottom:1px solid #999999\">\n<p class=\"Stile1\"><strong>IL PERSONAGGIO. <\/strong>Francesco I de&rsquo; Medici non ancora trentenne in un ritratto (1567-70 circa) di  Mirabello Cavalori al Museo Stibbert di Firenze. Ora &egrave; certo che 11 granduca  mor&igrave; di febbre malarica a 46 anni. Sul fratello Ferdinando, interessato alla  successione al trono del Granducato di Toscana, caddero pesanti sospetti di  aveme causato la morte per avvelenamento. <em>(Foto Museo Stibbert, M.  Becattini)<\/em><\/p>\n<\/td>\n<\/tr>\n<tr>\n<td align=\"center\"><img decoding=\"async\" src=\"https:\/\/www.paleopatologia.it\/immagini\/Medici\/francesco_I2.jpg\" width=\"148\" height=\"473\"><\/td>\n<\/tr>\n<tr>\n<td align=\"right\" bgcolor=\"#CCCCCC\" style=\"border-bottom:1px solid #999999\">\n<p class=\"Stile1\"><strong>BEN CONSERVATO DOPO TRE SECOLI<\/strong><br \/>\n          Il corpo di Francesco I ritratto in un acquerello di  Giuseppe Moricci al momento della prima esumazione del granduca nel 1857-58. L&rsquo;ottimo  stato di conservazione, dovuto semplicemente a buone condizioni microdimatiche,  and&ograve; invece a sostegno della tesi dell&#8217; avvelenamento da arsenico.  <em>(Foto Sopr. Polo Mus. Fior.)<\/em><\/p>\n<\/td>\n<\/tr>\n<tr>\n<td align=\"center\"><img decoding=\"async\" src=\"https:\/\/www.paleopatologia.it\/immagini\/Medici\/zanzara.jpg\" width=\"148\" height=\"93\"><\/td>\n<\/tr>\n<tr>\n<td align=\"center\" bgcolor=\"#CCCCCC\" style=\"border-bottom:1px solid #999999\">\n<p align=\"right\" class=\"Stile1\"><strong>IL VERO  KILLER<\/strong> La zanzara <em>Anopheles, <\/em>la sola capace di trasmettere all&#8217;uomo il <em>Plasmodium falciparum, <\/em>genere  di protozoo agente della forma maligna di malaria. Campioni di osso .spugnoso  prelevati dallo scheletro di Francesco I sono risultati positivi alle proteine  tipiche del P. <em>falciparum.<\/em><\/p>\n<\/td>\n<\/tr>\n<tr>\n<td align=\"center\"><img decoding=\"async\" src=\"https:\/\/www.paleopatologia.it\/immagini\/Medici\/prof.jpg\" width=\"148\" height=\"111\"><\/td>\n<\/tr>\n<tr>\n<td align=\"center\" bgcolor=\"#CCCCCC\" style=\"border-bottom:1px solid #999999\">\n<p align=\"right\" class=\"Stile1\"><strong>L&rsquo;AUTORE<\/strong> Il  professor Gino Fornaciari  in un laboratorio della Divisione di Paleopatologia presso la Facolt&agrave; di  Medicina all&#8217;Universit&agrave; di Pisa.<\/p>\n<\/td>\n<\/tr>\n<\/table>\n<\/td>\n<\/tr>\n<tr>\n<td colspan=\"2\">&nbsp;<\/td>\n<\/tr>\n<tr>\n<td colspan=\"2\" bgcolor=\"#666666\" style=\"border:1px solid #003366\">\n<div align=\"center\" class=\"Stile2\">NOTIZIE CORRELATE DALLA STAMPA <\/div>\n<\/td>\n<\/tr>\n<tr>\n<td colspan=\"2\">\n<table width=\"100%\" cellpadding=\"0\" cellspacing=\"0\">\n      <TR vAlign=\"top\"><br \/>\n        <TD width=\"176\" height=\"10\" vAlign=\"bottom\" bgcolor=\"#CCCCCC\"><strong>FONTE<\/strong><\/TD><br \/>\n        <TD width=\"808\" vAlign=\"bottom\" bgcolor=\"#CCCCCC\">TITOLO<\/TD><br \/>\n        <TD width=\"373\" vAlign=\"bottom\" bgcolor=\"#CCCCCC\">LINK<\/TD><br \/>\n      <\/TR><br \/>\n      <TR vAlign=\"top\"><br \/>\n        <TD height=\"1\"><strong>ASCA<\/strong><\/TD><br \/>\n        <TD>FIRENZE:   RISOLTO CASO, FRANCESCO I MEDICI NON UCCISO MA MORI&#8217; DI MALARIA <\/TD><br \/>\n        <TD><a href=\"http:\/\/www.asca.it\/news-FIRENZE__RISOLTO_CASO__FRANCESCO_I_MEDICI_NON_UCCISO_MA_MORI__DI_MALARIA-871059-ORA-.html\"><em>vai al sito <\/em><\/a><\/TD><br \/>\n      <\/TR><br \/>\n      <TR vAlign=\"top\"><br \/>\n        <TD bgcolor=\"#EAEAEA\"><\/p>\n<p align=\"justify\"><strong>IL GIORNALE <\/strong><\/p>\n<p><\/TD><br \/>\n        <TD bgcolor=\"#EAEAEA\">FRANCESCO I MORI&#8217; DI MALARIA<\/TD><br \/>\n        <TD bgcolor=\"#EAEAEA\"><a href=\"http:\/\/www.ilgiornale.it\/cultura\/svelato_giallo_francesco_i_de_medici_fu_ucciso_malaria\/storia-omicidio-medici\/31-10-2009\/articolo-id=395375-page=0-comments=1\"><em>vai al sito <\/em><\/a><\/TD><br \/>\n      <\/TR><br \/>\n      <TR vAlign=\"top\"><br \/>\n        <TD><strong>CHI L&#8217;HA VISTO <\/strong><\/TD><br \/>\n        <TD>RISOLTO GIALLO FRANCESCO D&Eacute; MEDICI, NON MOR&Igrave; AVVELENATO MA DI MALARIA<\/TD><br \/>\n        <TD><a href=\"http:\/\/www.chilhavisto.rai.it\/dl\/clv\/News\/ContentItem-259919c1-e937-4e46-bb3a-677f24d80167.html\"><em>vai al sito <\/em><\/a><\/TD><br \/>\n      <\/TR><br \/>\n      <TR vAlign=\"top\"><br \/>\n        <TD bgcolor=\"#EAEAEA\"><strong>ARCHEORIVISTA<\/strong><\/TD><br \/>\n        <TD bgcolor=\"#EAEAEA\">ITALIA, FIRENZE &ndash; CHIARITO IL MISTERO SULLA MORTE DI FRANCESCO I DE&rsquo; MEDICI: MALARIA<\/TD><br \/>\n        <TD bgcolor=\"#EAEAEA\"><a href=\"http:\/\/www.archart.it\/rivista-archeologia\/scoperte\/italia-firenze-\u2013-chiarito-il-mistero-sulla-morte-di-francesco-i-de-medici-malaria\/\"><em>vai al sito <\/em><\/a><\/TD><br \/>\n      <\/TR><br \/>\n      <TR vAlign=\"top\"><br \/>\n        <TD><strong>REGIONE TOSCANA <\/strong><\/TD><br \/>\n        <TD>MEDICI: FRANCESCO I MORI&#8217; DI MALARIA NON AVVELENATO<\/TD><br \/>\n        <TD><a href=\"http:\/\/www.regione.toscana.it\/regione\/opencms\/RT\/sito-RT\/Contenuti\/notiziari\/fonti_esterne\/ansa\/notiziario\/visualizza_asset.html?id=163600&#038;pagename=503\"><em>vai al sito <\/em><\/a><\/TD><br \/>\n      <\/TR><br \/>\n      <TR vAlign=\"top\"><br \/>\n        <TD bgcolor=\"#EAEAEA\"><strong>WIKIO<\/strong><\/TD><br \/>\n        <TD bgcolor=\"#EAEAEA\">FRANCESCO E BIANCA MORTI DI MALARIA <\/TD><br \/>\n        <TD bgcolor=\"#EAEAEA\"><a href=\"http:\/\/www.wikio.it\/salute\/malattie\/malaria\"><em>vai al sito <\/em><\/a><\/TD><br \/>\n      <\/TR><br \/>\n    <\/table>\n<\/td>\n<\/tr>\n<\/table>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"<p>Straordinari risultati di una ricerca sui resti del granduca di Toscana: la presenza di Plasmodium falciparum (l&#8217;agente della malaria perniciosa) conferma le fonti secondo cui Francesco de&#8217; Medici mor\u00ec di febbre malarica e manda in soffitta la lunga storia dell&#8217;avvelenamento.<\/p>\n","protected":false},"author":1,"featured_media":83134,"comment_status":"open","ping_status":"open","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[103],"tags":[117],"class_list":["post-82906","post","type-post","status-publish","format-standard","has-post-thumbnail","hentry","category-archeologia-funeraria","tag-francesco-i-e-bianca"],"yoast_head":"<!-- This site is optimized with the Yoast SEO plugin v24.6 - 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