La struttura d’avanguardia è stata istituita su iniziativa di studiosi delle università di Sassari e Pisa
Nasce a Sassari il Centro Studi antropologici, paleopatologici e storici, una struttura d’avanguardia istituita su iniziativa di studiosi delle università di Sassari e di Pisa. Il Centro farà capo al Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Sassari, diretto dal professor Andrea Montella e studierà il profilo biologico, sociale e culturale delle popolazioni sarde e dell’intero bacino del Mediterraneo con un approccio marcatamente interdisciplinare, facendo interagire discipline mediche e antropologiche con la storia della medicina, dell’igiene e della salute.
Al gruppo proponente, che comprende antropologi fisici, anatomici, storici, medici legali, esperti di paleopatologia e archeologi (Andrea Montella, Pasquale Bandiera, Eugenia Tognotti, Elena Mazzeo, Marco Milanese), si sono aggiunti prestigiosi studiosi come il professor Gino Fornaciari, dell’Università di Pisa, un’autorità nel campo della Paleopatologia, e ricercatori di varie università tra cui uno dei più famosi antropologi al mondo, il professor Clark Spencer Larsen dell’Università dell’Ohio. Tra le adesioni figurano la Divisione di Paleopatologia del dipartimento di Ricerca traslazionale e delle nuove tecnologie in Medicina e Chirurgia dell’Università di Pisa; la Scuola di Bioscienze e Medicina Veterinaria dell’Università di Camerino; il dipartimento di Scienze e tecnologie ambientali, biologiche e farmaceutiche della II Università di Napoli.
Avvalendosi dell’esperienza accumulata in questi anni nello studio di reperti ossei e resti umani rinvenuti nelle campagne di scavo o facenti parti di collezioni osteologiche, il Centro promuoverà e coordinerà ricerche sulle condizioni di vita e le malattie di individui e comunità, per arrivare a ricostruire il modo con cui le popolazioni sarde e mediterranee del passato hanno affrontato le sfide per la salute attraverso i secoli. I dati che derivano dallo studio dei resti umani antichi sono infatti fondamentali per la comprensione dei processi di adattamento e della lotta per la vita delle società umane.
Il centro si propone anche un’attività di sensibilizzazione per la salvaguardia e la tutela delle fonti materiali dirette e indirette. Da una parte reperti bioarcheologici quali resti mummificati e scheletrici ‒ una fonte primaria di informazione paleoecologica e paleopatologica ‒. la cui ispezione con raggi X, analisi chimiche e biomolecolari permette di penetrare nel passato biologico e bioculturale di ogni individuo, ed attraverso la ricostruzione della storia patologica, di risalire alle attività in vita e spesso alla causa di morte. Dall’altra, le fonti scritte archivistiche, tra cui anche gli importanti documenti degli Archivi degli Ospedali sassaresi, che permettono di inserire la storia biologica del singolo in un più ampio contesto storico-medico e sociale. Tra gli obiettivi non secondari del Centro rientra la collaborazione con Università, Soprintendenze, Musei e le diverse strutture volte allo studio e alla valorizzazione dei resti scheletrici umani, per fornire analisi e indagini specifiche, sviluppando e mettendo in atto le più moderne tecnologie biomediche e biotecnologiche da affiancare alle indagini archeologiche e storiche più tradizionali.