Premessa

Durante i lavori di restauro della pavimentazione della Chiesa di S. Martino in Verni (Comune di Gallicano, LU), sono stati rinvenuti, al di sotto delle ali del transetto due ambienti sotterranei utilizzati come ossari.
Si tratta di stanze profonde circ 1,70 metri rispetto alla pavimentazione attuale, con pareti in laterizi e calce e con copertura a botte. Uno di essi, posto nel lato Ovest si presenta integro; l’altro (lato Est) ha il soffitto collassato.

Abside della chiesa

Relazione storica sulla Chiesa di San Martino in Verni (1 )

Il nome Verni compare per la prima volta in una pergamena dell’Archivio Arcivescovile di Lucca (++K10) dell’anno 997.
In questo documento il Vescovo lucchese  Gherardo II al livella a Sismondo la metà dei beni alla Pieve di Gallicano e la metà delle offerte agli abitanti delle “Ville” della Pieve, ovvero “Virgemulo, Marciana, Burciano, Mulatiano, Cassio, Vitiano, Palnite, Elio, Galicano, Liverni, Spulitiano”.
Il documento parla del paese di Liverni (s’intenda “Verni”) ma non della chiesa, che invece sarà nominata molto più tardi, nel 1260, all’nterno del “Libellus Extimi Lucanae Diocesis”.
Possiamo tuttavia non solo ritenerla già esistente nel 997, ma addirittura ascriverne la fondazione ai secoli precedenti, data la sua dedica al Santo Vescovo Martino. È noto infatti che le Chiese dedicate al Santo Vescova antiariano sono di fondazione longobarda, come altre dedicate a Giorgio e Michele.
In epoca romanica l’antica costruzione venne completamente rinnovata: la nuova fabbrica fu costruita in blocchi levigati di pietra arenaria; di questo periodo rimane la parte esterna dell’abside (figura 1).
Nel secolo XVII la Chiesa venne nuova,mente ingrandita, si costruì il transetto e si prolungò verso la facciata; vennero edificate le volte a vela e fu intonacata nella facciata e nei muri perimetrali esterni.
All’interno della Chiesa sono osservabili epigrafi datanti: sulla botola dell’ossario centrale si legge “ANNO DÕNI MDCCVIII” e sull’altare del transetto Est “R·M·P.DL·1737”.

 

Cripta 2 – transetto Est

Si tratta di un ampio ambiente ipogeo orientato NW-SE di 270 cm di lunghezza e di 120 cm di larghezza, con un altezza di almeno 170 cm. Prima della rimozione dell’ultima pavimentazione della Chiesa (datata 1930) esso era completamente nascosto ed inaccessibile.
Purtroppo, durante i lavori, il soffitto della cripta (presumibilmente a botte in mattoni e calce) ha ceduto, collassando sull’ambiente sottostante e corrompendone la stratigrafia.
Ad una prima osservazione non è evidente la presenza di ossa, ma, a detta di chi ha assistito al crollo, esse dovevano essere assai abbondanti e disposte in modo non dissimile rispetto a Cripta 1. Ciò può senza dubbio far pensare che l’ambiente fosse adibito ad ossario, così come l’ossario centrale e la Cripta 1.
Nel perimetro della cripta non si riscontrano aperture verso l’esterno (2 ), per cui è presumibile che le ossa venissero anche qui introdotte da un’apertura nel soffitto. Da notare infine una croce greca ricavata nella clace fresca sulla parete Sud, a circa 40 cm dal soffitto.