Gino Fornaciari
Divisione di Paleopatologia
Dipartimento di Oncologia, dei Trapianti e delle Nuove Tecnologie in Medicina
Università di Pisa
La storia della Scuola Medica di Pisa è strettamente connessa con la storia dell’Università in generale, alla cui sorte essa è indissolubilmente legata.
Nel 1338 Pisa fonda il suo Studio Generale, l’antica Università, che riceve validità giuridica con la Bolla “In supremae dignitatis...” data in Avignone il 3 settembre 1343 da Papa Clemente VI.
Nasce cosi la la Medicina pisana, che evolve nel lungo arco dei secoli fino ai nostri giorni. Subito nota e famosa, la Scuola medica pisana annovera nel secolo XIV docenti di fama quali Guido da Prato e Ugolino da Montecatini.
Con l’Età medicea (1543-1737) la storia della Medicina pisana conosce una delle stagioni più fertili del suo sviluppo. Per volontà di Cosimo I de’ Medici, sorge il primo Giardino dei Semplici d’Europa e si diffonde, con Luca Ghini e Andrea Cesalpino, la cultura dei cosiddetti “semplici”. Si afferma anche l’indagine scientifica dell’Anatomia, che vede grandi progressi nello Studio di Pisa con Andrea Vesalio e Realdo Colombo, mentre sia la Medicina teorica che pratica ricevono da Gerolamo Mercuriale e Marcello Malpighi proposte e contenuti innovativi, sotto l’influsso del metodo sperimentale di Galileo Galilei.
Si segnalano, qui di seguito, alcune importanti personalità di medici che hanno operato nell’Ateneo pisano dal XVI al XIX secolo.
Tra i più celebri Lettori di Anatomia a Pisa, Andrea Vesalio (1514-1563) è considerato il “Galileo” dell’anatomia, sia come ricerca che come insegnamento. Formatosi a Lovanio, Montpellier e Parigi, fu chiamato da Padova a insegnare Anatomia nello Studio pisano per volere di Cosimo I de’ Medici. Le ipotesi più accreditate per il suo insegnamento a Pisa indicano il biennio 1543-1545, com’è riportato anche sulla lapide marmorea collocata sulla lunetta di una porta d’accesso all’antico Teatro Anatomico nei pressi della Sapienza.
Certamente Vesalio suscitò grande entusiasmo nello Studio Generale di Pisa, tanto che lo stesso duca Cosimo I manifestò l’intenzione di assistere alla "notomia". Tornato allo Studio di Padova, vi restò fino al 1546, quando decise di lasciare l’insegnamento e divenne medico di corte di Carlo V e Filippo I di Spagna. Morì a Zante nel 1563, di ritorno da un viaggio a Gerusalemme.
Vesalio è considerato il grande fondatore dell’Anatomia, che elevò al rango di maggiore scienza medica, indagata con lo scopo di unire intimamente la teoria con la pratica, basata sulle tecniche di dissezione in via di continuo perfezionamento. Il fulcro di questo innovativo metodo scientifico è rappresentato dalla sua famosa opera “De humani corporis fabbrica libri septem”, pubblicata a Basilea nel 1543, probabilmente durante il suo soggiorno nello Studio pisano.
Il successore di Andrea Vesalio fu Realdo Colombo (1516-1559). Nato a Cremona da padre speziale, studiò Medicina a Padova, dove in seguito divenne docente di Chirurgia e Anatomia. Fu Lettore di Anatomia nello Studio pisano nel periodo 1545-1548. Autore del “De re anatomica libri XIV”, pubblicato a Venezia nel 1559, anno della sua morte, ha legato il suo nome alla scoperta della circolazione cardio-polmonare, di cui detiene la priorità rispetto ad Harvey.
Con scelta veramente felice, nell’autunno del 1548 Cosimo I chiamò a Pisa, a succedere a Colombo, Gabriele Falloppio (1523-1562), cattedra che tenne fino al 1551 quando fu chiamato allo Studio di Padova. Fra le opere maggiori di Anatomia di Falloppio sono da ricordare le “Observationes anatomicae” (1561). Egli fu senza dubbio uno dei più illustri fra gli anatomici italiani del Cinquecento. Scoprì e descrisse la corda del timpano, il nervo trigemino e le tube uterine. Illustrò i condili dell’omero e del femore, la tuberosità della tibia, i muscoli occipitali, i plessi nervosi cardiaci, le vescicole seminali. Pubblicò anche scritti su argomenti terapeutici e chirurgici.
Ferdinando I chiamò, nel 1589, il famoso medico e naturalista Gerolamo Mercuriale (1530-1604). Nato a Forlì, Mercuriale studiò Medicina a Bologna e a Padova, dove si addottorò. Nel 1569 fu nominato Lettore di Medicina nello Studio padovano, dove raggiunse notevole fama, tanto da essere scelto come medico dall’Imperatore d’Austria Massimiliano II. Dal 1587 al 1592 insegnò Medicina teorica a Bologna, e da qui passò alla cattedra di Medicina teorica nello Studio pisano, chiamato da Ferdinando I col titolo di straordinario. Nello Studio pisano dal 1592 al 1606, Mercuriale esercitò le sue qualità di medico, appassionato naturalista, studioso delle acque e delle malattie della pelle. Nel 1572 aveva pubblicato “De morbis cutaneis”, il primo trattato antico sulle malattie cutanee e nel 1583 un altro trattato De morbis puerornm, che rappresenta una delle prime analisi sulle malattie pediatriche. Nell’originale trattato “De arte gymnastica”, Gerolamo prescrive l’attività fisica da praticare come esercizi ginnici e sport per mantenere un buono stato di salute.
Marcello Malpigli (1628-1694) fu chiamato da Bologna alla cattedra pisana di Medicina teorica nel 1656 dal Granduca Ferdinando II, su richiesta del fisico e matematico Gian Alfonso Borelli, che aveva molti interessi comuni con lui. Da questo sodalizio pisano, continuato fino al 1659, nella visione di quella che i due amici chiamano "iatromeccanica" o ‘iatrofisica" nasce l’originale anticipazione della rivoluzione che le metodologie e i principi della fisica porteranno nella ricerca medica. Guidato da questo spirito, Marcello Malpighi compie la dimostrazione sperimentale della presenza, nel polmone e mesentere della rana, di quei capillari che William Harvey aveva ipotizzato prima di lui. Altri studi di Malpighi a Pisa riguardarono i movimenti dei muscoli volontari e in particolare la trasmissione dello stimolo dal nervo al muscolo, la contrazione del cuore, le resistenze periferiche e il meccanismo della respirazione. Tra le sue opere spicca De motu animalium, pubblicata a Roma nel 1680. Negli ultimi suoi tre anni di attività (1691-1694) Malpighi fu chiamato a Roma come Archiatra del Papa Innocenzo XII.
Marcello Malpighi fu il più grande microscopista dei suoi tempi ed è considerato il vero fondatore dell’Istologia medica, per mezzo della quale illustrò la struttura del polmone, gli strati della pelle, i linfatici della milza e i glomeruli renali.
Con Filippo Pacini, famoso anatomico, docente a Pisa dal 1844 al
1846, inizia nello Studio pisano l’epoca della ricerca anatomica moderna. Filippo Pacini si era formato a Pisa dove, studente diciannovenne del secondo anno di Medicina, aveva osservato i corpuscoli ai lati dei rami digitali del nervo mediano e ne aveva dimostrato la natura nervosa, definendoli "gangli del tatto". Queste scoperte furono comunicate nel 1839 al primo Congresso degli Scienziati Italiani, tenuto a Pisa. In seguito furono denominati in suo onore “corpuscoli del Pacini”.
Altre scoperte del famoso anatomico riguardarono la struttura della retina e il riconoscimento del vibrione del colera.
Con le ricerche di Pacini, l’Anatomia umana si avvicinò molto alla Fisiologia, dato l’interesse di questo studioso per le funzioni osmotiche delle membrane cellulari e la circolazione dei liquidi nei tessuti.
Nel 1849 Filippo Pacini fu chiamato a Firenze, dove continuò i suoi studi e insegnò Anatomia topografica e Istologia.
Paolo Mascagni, nato a Pomarance nel 1755, seguì gli studi medici a Siena, dove ottenne la laurea a soli 20 anni, e si dedicò con passione all’Anatomia, divenendo dissettore nel 1780. Già dalle prime ricerche si concentrò nello studio di un tema, proposto dall’Accademia di Francia, sulla struttura dei vasi linfatici. Nel 1787 pubblicò l’opera completa “Vasorum lymphaticorum corporis humani historia et iconographia” che suscitò grande interesse e ammirazione. Per trent’anni lavorò ininterrottamente alla preparazione delle sue celebri tavole anatomiche.
Mascagni fu nominato, il 1 gennaio 1801, Professore di Anatomia nello Studio pisano, dove rimase un anno, prima di essere chiamato a Firenze.
La pubblicazione della Anathomia universa XLVI tabulis avvenne nel 1823, otto anni dopo la sua scomparsa, per iniziativa di alcuni docenti della Scuola medica di Pisa.
Opera di riferimento
Mario Del Tacca, Storia della Medicina nello Studio Generale di Pisa dal XIV al XX secolo, Pisa, Primula Multimedia, 2000.