Introduzione al progetto
di Gino Fornaciari
Nel mese d’agosto degli anni 2002-2004-2005 e 2006 hanno avuto luogo a Pieve dei Monti di Villa, nel comune di Bagni di Lucca (LU), quattro campagne di scavo archeologico promosse dall’Insegnamento di Paleopatologia dell’Università di Pisa in accordo con la Soprintendenza Archeologica della Toscana (dott. Giulio Ciampoltrini). Le indagini, finalizzate all’esplorazione dei livelli cimiteriali medievali e postmedievali connessi alle funzioni plebali della chiesa di S. Giovanni Battista, sono state circoscritte allo spazio compreso lungo il fianco meridionale (area 1000) ed all’area adiacente alla parte absidale dell’edificio sacro (area 2000). Lo scavo dell’area 1000 ha permesso di evidenziare una sequenza che da un impianto cimiteriale precedente alla fase “romanica” di XII secolo arriva al XIX secolo. Sono state acquisite informazioni sullo sviluppo dell’edificio plebale che raggiunge le massime dimensioni nel XII secolo, subisce una prima generale ristrutturazione nella seconda metà del XVI secolo e quindi un restringimento nella seconda metà del XVIII secolo con l’edificazione della fabbrica attuale, che ha mantenuto solo ed esclusivamente nella parte tergale l’originaria veste romanica a filari di conci
pseudoisodomi. Agli inizi del XIX secolo l’area 1000 viene destinata all’inumazione di individui di sesso femminile. Nell’area 2000 sono state evidenziate almeno due grosse fasi cimiteriali medievali: una prima fase (XII-XIII secolo), caratterizzata da tombe a cassa litica disposte a contatto con le fondazioni medievali della pieve e radialmente intorno all’abside, mostra una precisa pianificazione nell’utilizzo dello spazio privilegiato circostante la tribuna dell’edificio sacro; a questa segue una seconda fase (XIII-XIV secolo) contrassegnata sia da tombe strutturate che in piena terra, in cui la disposizione delle sepolture si fa più caotica. Una rasatura generale dell’area, ascrivibile agli inizi del XIX secolo, ha provocato l’asportazione dei depositi dell’età moderna, e trasformato lo spazio a contatto con la tribuna della chiesa in orto di pertinenza dell’abitazione del pievano.
Cfr. Fornaciari A., Pieve dei Monti di Villa (LU) – saggi stratigrafici lungo il fianco sud della pieve, in Archeologia Postmedievale 6: 221, sezione schede, 2002.
Cfr. Fornaciari A., Pieve dei Monti di Villa (LU) – campagna di scavi 2004, in Archeologia Postmedievale 8: sezione schede, 2004.
Il Cimitero medievale e postmedievale della Pieve di San Giovanni Battista
(tutto il materiale è tratto dalla Tesi di laurea di Silvia Rezza)
SEZIONE I: Storia e Archeologia
L’insediamento di Pieve dei Monti di Villa si inserisce nel territorio del comune di Bagni di Lucca, in un paesaggio montano ai piedi dell’appennino tosco-emiliano, ove confluiscono il fiume Serchio e il suo principale tributario, il torrente Lima.
La Val di Lima si presenta stretta ed incassata tra ripidi pendii montuosi ricoperti da boschi. Solo a tratti si allarga dove fenomeni tettonici ed alluvionali hanno determinato la formazione di alti ripiani terrazzati.
Le più antiche tracce di frequentazione umana in Val di Lima risalgono al Paleolitico superiore, come dimostrano ricerche condotte negli anni ‘50-‘60 del 1900.
I primi documenti scritti che riguardano il territorio della Val di Lima lucchese si conservano nell’Archivio Arcivescovile di Lucca, uno dei maggiori in Italia per il numero di carte risalenti all’alto medioevo. Da questa documentazione siamo in grado di farci un’idea piuttosto chiara dell’organizzazione ecclesiastica del territorio, suddiviso in quattro pivieri(1): S. Giulia in Controne (anno 772), S.Stefano de Bargi (anno 913), S.Quirici de Casanicclo o de Casabasciana (anno 918), S.Paolo de Vico Pannucculorum (anno 873).
La Pieve di Santa Giulia, definita in “Controne” nel 772, da cui dipendono i nuclei insediativi della porzione occidentale della valle, è la diretta “progenitrice” della pieve di San Giovanni Battista di Villa Terenziana, che assume questo nuovo nome nell’XI secolo, e da cui nel XIII secolo dipendevano le chiese subiectae di Tereglio, Monti di Villa, Bugliano, Granaiola, Messano e Lugliano oltre all’ospedale di San regolo di Cabbi.
L’edificio ecclesiastico diventa a partire dalla prima età moderna importante polo di aggregazione demica, dando origine al paese di Pieve dei Monti di Villa. Non sappiamo in realtà se l’edificio plebale di epoca tardo longobarda sorgesse nello stesso luogo della pieve attuale, una fabbrica che, come un vero e proprio palinsesto di pietra, porta le tracce di numerose ristrutturazioni e rifacimenti. Lo scavo archeologico e l’analisi degli elevati della struttura non hanno mancato di rilevare almeno tre grosse fasi costruttive: la fase “romanica” (XII secolo) ben visibile a livello dell’abside della chiesa, caratterizzata dall’impiego di conci squadrati in corsi pseudoisodomi, e fornita d’elementi decorativi di pregio; la fase tardo rinascimentale (secoli XVI-XVII), a cui appartiene il setto murario US 1005, rinvenuto nell’area di scavo aperta lungo il fianco meridionale, e buona parte del perimetrale nord; la fase settecentesca (1760 circa) che comprende la ricostruzione in posizione più arretrata del perimetrale meridionale e la realizzazione di una nuova facciata. La funzione cimiteriale della pieve non verrà mai meno nel corso dei secoli fino alla realizzazione, intorno alla metà dell’800, del nuovo cimitero paesano, posto a mezzo chilometro dal paese.
La prima campagna di scavo archeologico della Pieve di S.Giovanni, è stata effettuata nel mese di agosto dell’anno 2004, promossa dall’insegnamento di Paleopatologia dell’Università di Pisa, sotto la direzione del prof. Gino Fornaciari. Lo scavo è stato programmato con l’obiettivo di esplorare i livelli cimiteriali medievali e postmedievali, e di registrare la distribuzione degli individui inumati, determinandone sesso ed età di morte.
Attraverso l’analisi in laboratorio delle patologie scheletriche e degli indicatori morfologici di attività (markers muscolari) si tenterà una definizione dello stile di vita in rapporto alla classe sociale di appartenenza degli individui studiati.
Se il campione a nostra disposizione sarà sufficientemente cospicuo, sarà possibile intraprendere un’indagine di tipo demografico che offrirà utili informazioni per comprendere le modalità dell’insediamento nella diacronia.
Il progetto di ricerca in questa sede si limiterà essenzialmente allo studio degli individui rinvenuti all’interno dei livelli cimiteriali di epoca ottocentesca; lo studio in laboratorio e l’analisi tafonomica degli inumati di epoca medievale sarà eseguito in un successivo lavoro.
Lungo il fianco meridionale dell’attuale edificio della Pieve di San Giovanni, è stata aperta un’area di scavo di circa 30 mq, denominata Area 1000, la quale ha restituito alcune sepolture ascrivibili alla prima metà del diciannovesimo secolo, datate in base ai reperti ceramici, agli elementi di corredo e infine a dati archivistici che hanno confermato questa datazione.
All’interno di tale area è stata messa in luce una struttura muraria (US 1005), con andamento est-ovest e con uno sviluppo apprezzabile di oltre 10 metri, posizionata parallelamente al perimetrale dell’edificio attuale ad una distanza di circa 1,70 m da esso.
La struttura è stata interpretata come il perimetrale meridionale di una chiesa preesistente, che si sviluppava maggiormente in larghezza rispetto all’attuale edificio religioso realizzato nel 1766.
Circa a metà della porzione della USM 1005, si notano le tracce di un’apertura tamponata, verosimilmente una porta.
È stato così possibile distinguere un settore interno (settore A, a Nord di US 1005) da un settore esterno (settore B, a Sud di 1005) all’edificio demolito poco oltre la metà del XVIII secolo.
In fase con la struttura US 1005 era stata messa in luce una pavimentazione in malta giallastra (US 1031), che si sviluppava verso nord fino ad essere tagliata dalla fossa di fondazione del perimetrale meridionale della chiesa attuale.
L’indagine del settore A ha permesso di evidenziare, al di sotto della pavimentazione US 1031, che risulta essere l’unica in fase con la struttura US 1005, una sequenza di due pavimentazioni (US 1041 e US 1082) realizzate in malta e tagliate dalle fondazioni di us 1005 e quindi ascrivibili ad un edificio ancora preesistente.
L’US 1041 è databile, in base ai rinvenimenti monetari e ceramici al XV-XVI secolo, l’US 1082 non ha ancora una connotazione cronologica precisa ma potrebbe essere in via preventiva collocata in epoca basso medievale.
In base allo scavo del settore A è stato quindi possibile circoscrivere la vita della struttura US 1005 ad un’epoca compresa tra XVI e XVIII secolo, mentre l’indagine del settore B ha consentito di documentare l’area cimiteriale postmedievale esterna all’edificio religioso, con una serie di tombe in fossa terragna allineate lungo il suddetto perimetrale.
La paleosuperficie originaria da cui partivano i tagli delle tombe è stata parzialmente individuata nella porzione occidentale, a circa 1,10 m di profondità.
All’interno dell’area di scavo 2000, situata dietro la tribuna della pieve, sono state messe in evidenza alcune sepolture databili ad epoca bassomedievale. Si tratta di tre strutture tombali a cassa litica di forma antropoide disposte radialmente intorno all’abside della chiesa, situate a contatto con le fondamenta della chiesa medievale romanica, datata su base storico-artistica e tipologica alla seconda metà del XII secolo.
La collocazione cronologica della fase cimiteriale può essere effettuata su base prettamente tipologica e, considerato il fatto che le tombe si appoggiano alle fondazioni dell’edificio medievale, potrebbe essere ascritta al XIII secolo. La particolare disposizione delle tombe, a raggera intorno all’abside, fa pensare ad un preciso disegno di pianificazione dell’area cimiteriale, che non dovrebbe essere collocato troppo dopo la costruzione stessa della chiesa.
Nel settore sud orientale dell’area 2000 è stato individuato un livello di sepolture a cassa litica più recenti di quelle che appoggiano all’abside. Si tratta di due tombe di forma antropoide (T4 = US -2030, 2031, 2032; e T5 = US -2041, 2042, 2043), disposte al centro del settore, con andamento est-ovest e parallele tra loro, contenenti i resti di un individuo preadolescente (8-10 anni) e di un adulto. La datazione di questa fase sepolcrale, per il momento è circoscrivibile al XIV secolo.
1) Tra parentesi l’anno della prima attestazione documentaria.