Di V. Giuffra, R. Bianucci, M. Milanese, G. Fornaciari
Una sepoltura di massa, riferibile all’epidemia di peste di Alghero del 1582-1583, è stata scoperta nel 2008-2009. Tra le vittime dell’epidemia è stato identificato lo scheletro di un maschio di 35-40 anni con una serie di lesioni peculiari riferibili a stress occupazionale.
I resti scheletrici sono stati sottoposti a studio antropologico, paleopatologico e radiologico: la colonna, le spalle e le ginocchia risultano affette da una grave artrosi con osteofitosi ed eburneizzazione; la testa del primo e soprattutto del terzo metacarpale, e le prime e terze falangi dei pollici presentano ugualmente gravi lesioni artrosiche. L’osservazione dei siti d’inserzione di legamenti e tendini ha rivelato entesopatie alle scapole, omeri, ulne, ossa delle mani, bacino, femori, tibie e calcagni. Lesioni attribuibili a osteocondrite dissecante sono state osservate in diversi distretti, tra cui il semilunare sinistro, le epifisi distali delle tibie e della fibula destra, l’epifisi prossimale dei primi metatarsali e il primo cuneiforme sinistro. Ernie di Schmorl sono visibili sulle vertebre toraciche e lombari. Infine, sono state diagnosticate, bilateralmente, la sindrome da conflitto della cuffia dei rotatori e la frattura da avulsione della tuberosità del quinto metatarsale.
Sulla base della ricostruzione storica delle occupazioni attestate in un porto del XVI secolo e delle comparazioni con modelli tratti dalla medicina dello sport, si prendono in considerazione le attività occupazionali che possono essere messe in relazione con le suddette lesioni scheletriche.
L’ipotesi altamente verosimile è che queste siano compatibili con lo stile di vita di un marinaio impiegato nell’attività della remata.
Full-text: http://www.academia.edu/10214844/A_peculiar_pattern_of_musculoskeletal_stress_markers_in_a_skeleton_from_16th_century_Sardinia_a_galea_rower_of_the_Alghero_seaport